Testa coda dal sapore amaro

8 Marzo 2015

Ci sono sconfitte e sconfitte. Sconfitte che ti permettono di lasciare il campo con la testa alta e il cuore pieno di orgoglio, perché hai dato tutto ma il tuo avversario è stato più forte di te. Esci a testa alta dal campo perché di più proprio non si poteva fare. Ma quella di domenica in quel di Bergamo non è una di queste. Il Gossolengo incappa nel più classico dei testa coda. La formazione è in parte rimaneggiata, ma il problema non è questo. Il problema è l’approccio alla gara. Nel rugby non ci sono partite vinte prima di giocare. O tutti entrano in campo con la “merda al cervello”, con la voglia di vincere e di dimostrare al mondo chi è il migliore o non si va da nessuna parte. La partita scorre lenta, con tante interruzioni e tante mischie. Il pack rossoblù riesce ad imporsi davvero solo nelle ultime mischie, fin troppo tardi, mentre i tre quarti non riescono a giocare come potrebbero e come dovrebbero. La partita, allora, prende subito una strada favorevole per i padroni di casa che segnano e trasformano una meta nei primissimi minuti di gioco. Il Gossolengo reagisce e pareggia il conto grazie, all’invenzione di Luccardi e il primo tempo finisce sul 7-7. Il secondo tempo continua ad essere abbastanza lento ma con due piazzati gli ospiti guadagnano sei punti di distacco. Il Bergamo ha voglia di vincere e fare quella che, viste le posizioni in classifica, si può considerare una vera e propria impresa. Questa voglia si traduce prima nel sorpasso grazie ad una meta trasformata, poi nell’allungo che risulterà decisivo grazie ai cinque punti della meta non trasformata. Il Gossolengo sfiora la rimonta che sarebbe una beffa per gli uomini in giallorosso ma il piazzato dopo la meta si infrange contro il palo e la partita di fatto finisce qui, 19-18. Una sconfitta tutt’altro che immeritata, perché “il rugby non è come il calcio, in cui magari trovi un goal in contropiede e poi ti chiudi in undici e se ti va bene porti a casa la partita. A rugby se giochi bene vinci, e noi non abbiamo giocato bene” (Luca Salvatori). Perdere non è mai piacevole, soprattutto se sei abituato a vincere, ma quando dal campo esci con la testa bassa di chi sa che poteva e doveva dare molto di più per quella maglia sporca di fango, puoi almeno decidere di imparare. Puoi decidere che la vergogna per non aver dato tutto te stesso, almeno quella, non la proverai mai più. Puoi decidere di ricordare che ogni avversario va onorato con tutto l’impegno che puoi metterci. Puoi decidere di non lasciare mai più un tuo compagno partire senza sostegno o di permettere ad un tuo avversario di prendere la palla nelle tue ruck. Puoi decidere di guardare i tuoi compagni negli occhi, chiedere scusa a tutti, a chi a giocato e a chi avrebbe fatto carte false per giocare al tuo posto, e promettere che non succederà mai più una cosa del genere. Puoi decidere che c’è un campionato da vincere a tutti i costi e, che siccome hai toccato il fondo, devi iniziare a risalire. E sì, risalire e difficile. Ma questo campionato si deve vincere. E allora è ora di ricompattarsi, tornare umili e ritrovare la voglia di placcare qualsiasi cosa sia più alta di un filo d’erba. È ora di unirsi e rimanere una squadra. C’è un traguardo da raggiungere e abbiamo tutte le carte in regola per farlo. Ora tocca a noi dimostrare di essere rugbisti, ma soprattutto ora dobbiamo dimostrare di essere uomini.

Testa coda dal sapore amaroultima modifica: 2015-05-30T18:42:52+02:00da pro276
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