Come è giusto che sia animi diversi nella sala stampa del Giovanni Zini di Cremona appena finita la finale.
Per primi hanno parlato gli inglesi con Walshe e il capitano Charlie Ewels. La delusione per una partita che li ha visti buttare via il dominio dei primi minuti si legge chiara in viso ad entrambi. L’head coach dell’Inghilterra ha detto che la finale persa con la Nuova Zelanda è stata uno spot per il rugby, con protagonisti di assoluto livello, che faranno comodo alle rispettive nazionali. È stato un test match di indiscusso valore, con una qualità molto alta. C’è rammarico per non essere riusciti a giocare bene al largo ma va riconosciuto il merito degli avversari che hanno disputato una partita eccellente dopo un inizio a favorevole ai ragazzi capitanati da Ewels. Proprio Ewels, ha confermato che, nonostante il limite di età non ci fosse una grande differenza tra questi Mondiali e la Champions Cup in cui ha già esordito con il suo Bath Rugby.
Aria assolutamente più euforica quando in sala è arrivato Atunaisa Moli. Il capitano dei Baby Blacks, in attesa che arrivasse Coach Robertson, che alla fine non arriverà a causa di impegni personali, ha scherzato con i giornalisti presenti in sala, raccogliendo la sfida a bere tutto d’un fiato due bottigliette d’acqua. Quando i giornalisti gli hanno chiesto un commento alla partita, evidenziando tra le altre cose la capacità di avere la meglio nei breakdown, che avevano visto eccellere gli inglesi per tutta la durata del torneo, Moli ha detto che avevano molto rispetto degli avversari e che conoscevano tutto il loro valore e tutta la loro forza, come hanno dimostrato anche durante la partita. Proprio per questo hanno preparato la sfida con la massima concentrazione, studiando nel dettagli i punti di forza e di debolezza dell’Inghilterra. Per questo motivo, anche quando sono andati sotto non hanno avuto paura di perdere, ma si sono raggruppati sotto i pali e hanno messo in atto nient’altro che il piano di gioco che avevano preparato e sono arrivati alla vittoria.
