Scrivere: un privilegio, uno strumento, una passione, un dovere, una necessità.

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Scrivere è un verbo semplice, una parola carica di significati, un’azione che può segnare un cambiamento. Scrivere può essere tutto. Può essere un inizio: la storia è iniziata con la scrittura, è la prima cosa che impariamo a scuola. Può essere una fine: come l’opera di un poeta o di uno scrittore, dopo ore di studio e di lavoro. Scrivere può essere la lettera d’amore di un marito alla moglie lontana o il nero resoconto di una cronaca di guerra. Scrivere può essere il messaggio dei fidanzatini o il racconto di un’impresa.

Scrivere è un privilegio. È il privilegio della gente istruita, di chi ha avuto la possibilità di diventare migliore tra i banchi di una scuola, di chi ha la possibilità di fermarsi un attimo, di staccarsi dal fiume degli eventi, di non inseguire il mondo, di chi non deve trovare sempre un modo per sopravvivere. Scrivere è il privilegio di chi può dire quello che pensa, anche se è sbagliato.

Scrivere è uno strumento. Uno strumento per esprimere i propri pensieri, uno strumento per comunicare, uno strumento per lasciare una traccia nella civiltà e nella storia, come i Babilonesi e gli Egizi, i Greci o i Romani, come i writers, come i giornalisti, i poeti e gli scrittori, come Dio con la Bibbia, come i soldati al fronte. È uno strumento per imparare e per insegnare, per conservare il sapere, per organizzarlo e trasmetterlo. Scrivere è uno strumento per dar voce e mettere ordine nel caos di pensieri e sentimenti che girano senza ordine e senza meta nella testa e nel cuore, per chiamare le cose con il nome che hanno.

Scrivere è una passione. Lo è per i giornalisti e per i poeti, lo è per scrittori o per i traduttori, lo è per gli insegnanti, per i filosofi, per i musicisti o ricercatori. Scrivere è la passione per quello che si scrive, per l’impresa sportiva, per Beatrice di Dante, per quella formula chimica che salverà il mondo, per la melodia che cullerà un amore o il sonno di un bambino.

Scrivere è un dovere. Scrivere è un dovere perché quello che sta nel cuore di ogni uomo non può rimanere nel segreto del suo intimo. Scrivere è un dovere perché è compito di ognuno accrescere la comunità umana.

Scrivere è una necessità. L’uomo è un animale sociale e ha bisogno di comunicare, ha bisogno di esprimere se stesso, ha bisogno di far sentire la sua voce sulle vicende della vita. Ha bisogno di affidare il proprio dolore e la propria rabbia ad un foglio bianco quando nessun altro orecchio sarebbe disposto a fare da contenitore neutro per questi sentimenti. L’uomo ha bisogno di urlare al mondo le proprie gioie e i propri successi con l’epicità di un racconto o con la frase perfetta di una lettera o di un semplice post-it. L’uomo ha bisogno di scrivere per elaborare quello che prova, per costruirsi una realtà in cui essere se stesso, quando non può esserlo altrimenti.

Perché scrivere, dunque? Dove, come, a che scopo e per chi, cosa e quando scriviamo: le variabili sono tante, ma alla fine scrivere è una sorta di imperativo morale, come il “Tu devi” di Kant. Scrivere è ciò che ci definisce, è l’unico modo che abbiamo per essere noi stessi nel mondo e per il mondo, uno degli atti più umani dell’uomo stesso. Scrivere è l’essenza dell’uomo cercatore che con il potere di una penna va a scoprire i meandri più reconditi del suo io interiore, per poi andare alla scoperta di ciò che davvero è il mondo.

Scrivere: un privilegio, uno strumento, una passione, un dovere, una necessità.ultima modifica: 2015-11-25T21:34:41+01:00da pro276
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