Cuore Azzurro, l’Italia si salva a Cremona.

Cremona, Stadio Giovanni Zini, l’Italia under 20 contro i pari età del Samoa per guadagnarsi la permanenza nel girone Élite dei mondiali di categoria. La partita inizia alle 16:30 con una cornice di pubblico che non è propriamente quella delle grandi occasioni. Pronti via e, dopo gli inni e la Shiva Tau degli isolani l’Italia si porta subito in vantaggio con un piazzato “comodo” del numero 10 Maicol Azzolini. Il risultato non cambia fino al dodicesimo minuto, quando Samoa pareggia i conti dopo aver sbagliato un piazzato al decimo minuto. Tre minuti più tardi, la squadra del Pacifico segna la prima meta dell’incontro e, grazie alla trasformazione e al piazzato al diciottesimo minuto, si porta sul 3 a 13. Al venticinquesimo Minozzi, entrato per permettere le cure ad Azzolini dopo un colpo al volto che potrebbe avergli danneggiato il naso, accorcia le distanze e porta i suoi sul 6 a 13 e poi esce per far rientrare l’apertura titolare. Al trentanovesimo, a tempo quasi scaduto l’Italia segna la meta che avrebbe potuto garantire il pareggio in caso di conversione, ma l’arbitro annulla tutto per una “scazzottata” del numero 8 azzurro, Gianmarioli, con il pilone samoano. Il primo tempo si chiude sul 6 a 13, con la grossa delusione sugli spalti. La paura è quella di vedere per l’ennesima volta un’Italia che insegue ma che sul più bello si lascia scappare via l’avversario. Il secondo tempo riparte con due cambi in prima linea per l’Italia, ma il capitano Bonfiglio rimane in campo. Falaniko, l’ala samoana deputata a calciare, mette dentro il calcio del 6 a 16 e le paure del primo tempo sembrano davvero concretizzarsi. Ma a questo punto gli azzurrini iniziano ad attaccare stabilmente nella metà campo avversaria, e i samoani prendono un giallo al nono minuto del secondo tempo e uno al quattordicesimo. Al sedicesimo l’arbitro ci accorda una penalty try che il solito Azzolini trasforma e si va sul 13-16. Dopo soli 3 minuti Samoa piazza con Falaniko il calcio del 13-19. L’orgoglio degli azzurri li porta a spingere forte e con decisione sull’acceleratore e per ben tre volte in tutto il secondo tempo il pallone viene portato nell’area di meta degli isolani ma non si riesce a schiacciarlo a terra per marcare la meta. Al 32’ la pressione dei padroni di casa costringe Samoa all’ennesimo errore disciplinare, che significa meta tecnica. Si va sul 18-19, Azzolini posiziona il pallone e calcia per andare in vantaggio. Parte la rincorsa, il pallone vola in mezzo ai pali e il pubblico sugli spalti esplode. L’Italia è avanti a otto minuti dalla fine. Adesso serve non crollare e la storia recente insegna che le partite buttate via negli ultimi minuti sono davvero tante. Gli azzurri serrano le fila della difesa e arginano i pick&go samoani a pochi passi dalla linea di meta, si può continuare a sperare. A tempo praticamente scaduto arriva, però, la doccia fredda per i 15 in maglia azzurra e per tutti i tifosi accorsi a Cremona. Fallo e calcio di punizione assegnato a Samoa. Comunque vada la partita finirà qui. Dalla piazzola il solito Falaniko, 5 su 8 per lui fino a quel momento, con un errore abbastanza grave a pochi metri dalla linea di meta. La distanza è considerevole ma la posizione centrale. Lo stadio intero sente la tensione del momento, tra gente che si dà già per spacciata prima ancora che venga posizionato il pallone e qualche ignorante che abbozza un timido fischio, subito azzittito dal resto del pubblico. Falaniko prende la rincorsa, guarda i pali e parte. La palla viaggia spedita verso il fondo del campo, ma non verso i pali. La partita finisce qui. L’Italia, con tanti, troppi errori e un cuore che non finisce mai, riesce a strappare una vittoria che significa permanenza nel rugby che conta e che l’anno prossimo, a Manchester 2016, suoneranno anche le note del nostro inno di Mameli. Il lavoro da fare è davvero ancora molto lungo, ma c’è del materiale su cui lavorare, perché l’Italia non può accontentarsi di esultare per un undicesimo posto e per una salvezza conquistata all’ultimo minuto dell’ultima partita utile. Se si decide di giocare con i “grandi” non ci si può accontentare di fare la comparsa, bisogna provare a ritagliarsi un ruolo se non da protagonisti, almeno da valide alternative. Il movimento deve continuare a crescere e per farlo non si può prescindere dalla partecipazione a grandi eventi come questi. A Cremona è andato in scena rugby di prima qualità e il fattore anagrafico passa davvero in secondo piano. È un peccato che non ci sia stata la giusta affluenza perché occorre saper convogliare l’attenzione del grande pubblico e far vedere ai bambini quanto sia bello questo sport, occorre far vedere che esiste anche un’alternativa al calcio e che questa alternativa è molto meglio.

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Cuore Azzurro, l’Italia si salva a Cremona.ultima modifica: 2015-06-21T14:00:35+02:00da pro276
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